LA CAPPELLA SANSEVERO

Nascosta tra i vicoli della Napoli antica, troviamo la Cappella di San Severo, dimora alchemica ed ermetica per eccellenza.
La Cappella esisteva fin dal 1590 ma, tra il 1744 ed il 1766, fu restaurata ed arricchita di statue da Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, famoso alchimista, esoterista e massone.
Questo misterioso personaggio assoldò artisti famosi che, sotto la sua direzione ed usando tecniche da lui indicate, realizzarono statue ed affreschi che, ancora oggi, destano ammirazione e comunicano al visitatore un inquietante senso del mistero.
La scultura più famosa è senz’altro il Cristo velato, opera di Giuseppe Sanmartino. In questa statua il corpo di Cristo è interamente ricoperto da un velo di marmo, attraverso il quale si intravedono perfettamente i lineamenti del viso e le fattezze del corpo.
Nessuno studioso, ancora oggi, ha idea di quale sia stata la tecnica usata per produrre una tale meraviglia.
Si ha la sensazione che un velo reale sia stato posto sopra la statua e trasformato in marmo con qualche tecnica attualmente sconosciuta.
Anche nella statua della Pudicizia, opera di Antonio Corradini, osserviamo la stessa tecnica: in questa scultura, una donna nuda è ricoperta da un sottilissimo velo di marmo che ne fa intravedere le sembianze in ogni dettaglio.
La donna rappresenta la Sapienza che può essere acquisita dall’Uomo solo sollevando il velo che la ricopre.
Altra meraviglia della cappella è la statua del disinganno, opera di Francesco Queirolo. Qui vediamo un uomo imprigionato in una rete che cerca di liberarsi con l’aiuto di un giovane alato.
Anche in questo caso, nessuno ha idea di come possa essere stata realizzata questa rete in marmo e, come per il Cristo velato e la Pudicizia, sembra che una rete reale sia stata sovrapposta alla statua e trasformata successivamente in marmo.
Il significato allegorico della scultura e quello dell’Uomo che si libera dall’illusione di questo mondo (la rete) con l’aiuto dell’intelletto (il giovane alato).
Ma la meraviglia delle meraviglie la si può vedere solo scendendo nel semiinterrato della cappella, scendendo attraverso una scaletta a chiocciola. Si tratta di un uomo ed una donna completamente scarnificati, ma con l’intero sistema circolatorio intatto ed interamente metallizzato !
La leggenda dice che il Principe iniettò nelle vene di questi due suoi servi un misterioso liquido che metallizzò l’intero sistema circolatorio, mentre erano ancora vivi.
Nella cappella si trova anche la tomba di Raimondo de Sangro con una lapide funeraria ed il suo ritratto, ma, nel sarcofago il corpo del Principe non c’é !
Un’altra notizia inquietante è che i colori del ritratto hanno “rifiutato” qualsiasi tentativo di restauro tentato con le tecniche moderne.
Anche le altre statue della cappella presentano una evidente simbologia ermetica e massonica: siamo in presenza di una di quelle “Dimore Alchemiche” sparse qua e la un po’ in tutta l’Europa.
Per chi volesse visitare la cappella, si trova nel centro antico di Napoli, in via Francsco De Sanctis 19/21, alle spalle di piazza San Domenico Maggiore.
IMMAGINI:

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Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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