LA DONNA NELL’ISLAM

Contrariamente a quanto si possa pensare, la condizione della donna presenta grandi e profonde differenze nei diversi paesi islamici.
L’argomento è di grande attualità, perchè, a differenza di tutte le grandi Religioni che sono in netto declino, l’Islam è l’unica fede che è in forte espansione, sia a causa di numerose conversioni, sia per l’alto tasso di natalità tra i fedeli di questa Religione.
Purtroppo un forte ritorno dell’integralismo islamico rischia di peggiorare la condizione delle donne anche in quei paesi dove la situazione della donna era migliore, per cui quanto esposto in questa breve nota potrebbe presto diventare inattuale.
L’avvenimento più rilevante che ha influito sulla condizione della donna nel mondo islamico è sicuramente stato l’avvento al potere in Turchia di Kemal Ataturk che depose l’ultimo sultano e proclamò la repubblica nel 1923.
Da quell’anno fu riconosciuta la parità dei sessi e fu abolita la poligamia, l’età minima alla quale le ragazze potevano contrarre matrimonio fu innalzata a 15 anni, il divorzio divenne un diritto anche per le donne e le donne ottennero il diritto al voto prima di molti paesi europei. Inoltre fu riconosciuto alle donne il diritto all’istruzione e fu reso facoltativo l’uso del velo.
In effetti la società turca è una società molto avanzata e moderna, anche se questo vale sopratutto per le grandi città: nelle campagne sopravvivono le antiche tradizioni islamiche e la Turchia non è esente da raccapriccianti esempi di violenza e maltrattamenti sulle donne.
Oggi le donne turche sono medici, avvocati, giudici, giornalsti etc…
Purtroppo fin dal 2002, grazie al voto delle campagne ed ai massicci finanziamenti provenienti dall’Iran, è al potere in Turchia il Partito Islamico di Recep Tayyip Erdogan, che non nasconde la sua mal celata intenzione di islamizzare nuovamente il paese, ma, per ora, la società civile ha reagito bene, forte sopratutto del fatto che la Costituzione del 1923 è garantita dalle Forze Armate.
In Iran è avvenuto invece esattamente il contrario: nel 1979, con l’ascesa al potere degli Ayatollah, un paese moderno, civile e laico cadde da un giorno all’altro nelle mani di questi preti sessuofobi in sottana nera che trasformarono una società avanzata e progredita in un paese represso, triste e cupo. Il simbolo di questa tragica improvvisa trasformazione è quello delle ragazze che prima indossavano i bluejeans ed ora sono costrette in cupi scafandri, quando possono uscire di casa.
Non è molto noto, però, che in Iran vi sono forti resistenze a questo stato di cose: per esempio il regime non è mai riuscito ad impedire che le donne frequentassero scuole ed università.
L’Iran è una Repubblica Islamica, cioè adotta come legge dello stato la Sharja che prevede la lapidazione per l’adulterio e la prostituzione e la pubblica flagellazione per reati quali non portare il velo o non avere un abbigliamento “tradizionale”, come, per esempio, indossare pantaloni. Per i rapporti sessuali prematrimoniali, talvolta viene praticata la fustigazione e talvolta la lapidazione.
Diffuse sono poi anche le mutilazioni inferte alle donne come il taglio del naso o delle orecchie.
La Sharja è in vigore ufficialmente anche in altri paesi come l’Arabia Saudita ma è praticamente applicata in tutto il mondo islamico, sopratutto in Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland, Yemen, Ciad, regioni dell’Afghanistan e del Pakistan controllate dai Talebani, Nigeria settentrionale, nelle campagne della Malaysia, dell’Indonesia e del Bangladesh.
Un’altro aspetto raccapricciante che riguarda la condizione della donna nell’Islam è il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, assolutamente non prescritte nemmeno dalla Sharja. Il fenomeno riguarda circa 150 milioni di donne ed ogni anno 2 milioni di bambine.
Non riteniamo di dover entrare nel dettaglio e nelle tipologie di queste pratiche, informazioni comunque facilmente reperibili su internet.
Decisamente migliore è invece la situazione della donna in paesi islamici come la Tunisia, l’Algeria, il Marocco, l’Egitto, la Giordania, la Siria ed in parte anche la Libia.
In particolare in Tunisia ed in Egitto la situazione è paragonabile a quella della Turchia.
Veramente confortante, almeno per ora è la situazione in Tunisia: le donne costituiscono un terzo dei docenti universitari tunisini, il 58% degli studenti universitari, più di un quarto dei giudici, il 23% dei membri del Parlamento ed hanno forte rappresentanza in polizia e nelle forze armate. Il tasso di analfabetismo delle donne è crollato a picco dall’82% del 1966 al 31% del 2004.
Singolare è il caso della Siria: questo paese che, in politica estera, è decisamente schierato con i paesi islamici più intransigenti, al suo interno concede larghe libertà alle donne. Si stima che il 40% delle donne siriane non porta il velo.
Anche in Siria troviamo donne avvocato, medico etc…, ma purtroppo anche in questo paese l’integralismo islamico sembra che stia avanzando.
Per quanto riguarda l’Iraq, dobbiamo amettere che, sotto la dittatura di Saddam Hussein, la condizione della donna era paragonabile a quella dei paesi occidentali ma ora sta decisamente peggiorando, in quanto la maggioranza sciita della popolazione mostra una forte tendenza ad applicare la Sharja.
Ma forse il problema principale della donna nei paesi islamici e nelle comunità islamiche in Europa ed America non sta nella legislazione ufficiale, ma all’interno della famiglia: l’Islam riconosce al marito il diritto di picchiare la moglie e sono molte diffuse le violenze sessuali su vittime anche minorenni nell’ambito della famiglia.
Il fatto è che, nella cultura islamica, una bambina è considerata “donna” dal momento in cui raggiunge la pubertà: si calcolano in 60 milioni le spose con un’età inferiore a 13 anni. D’altra parte Maometto sposò Aisha all’età di 6 anni ed è espressamente detto negli Hadith che il matrimonio fu consumato quando Aisha aveva 9 anni.
Un’altra piaga per le donne nel mondo islamico è proprio questa dei matrimoni combinati: uomini, anche anziani, sposano bambine a causa di accordi interfamiliari.
Chiudiamo questa breve nota ricordando al paziente lettore che i mussulmani nel mondo sono ormai un miliardo e quattrocento milioni, più della metà dei quali sono donne….

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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