POTENZE NUCLEARI E PROLIFERAZIONE DELLE ARMI ATOMICHE

Alla data in cui scriviamo questa breve nota, le potenze nucleari (cioè dotate di armi atomiche) sul nostro pianeta sono: Stati Uniti d’America, Federazione Russa, Repubblica Popolare Cinese, Gran Bretagna, Francia, India, Pakistan, Israele, Corea del Nord.
La prima bomba atomica della storia dell’Umanità fu sperimentata il 16 luglio del ’45 nel deserto di Alamogordo in Nuovo Messico negli Stati Uniti. Poi, come è noto, sul finire della seconda guerra mondiale, furono sganciate due bombe atomiche sul Giappone: Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945). Da quell’anno la strategia militare mondiale subì un repentino cambiamento: un paese che possedesse l’atomica avrebbe avuto un indiscutibile vantaggio militare e politico.
Il 29 agosto del 1949 l’Unione Sovietica sperimentò la sua prima bomba atomica nel poligono di Semipalatinsk in Kazakistan. Da quel momento iniziò, sia negli U.S.A. che nell’U.R.S.S., la creazione degli arsenali nucleari che tanto contribuirono alla cosidetta “guerra fredda”.
La bomba atomica è definita “bomba a fissione”, perchè l’enorme quantità di energia sviluppata è appunto ottenuta spezzando i nuclei dell’isotopo 235 dell’atomo di Uranio usando neutroni come proiettili. A questo proposito dobbiamo ricordare che la forma più diffusa dell’atomo di Uranio è l’isotopo 238, ma non è fissile, per cui bisogna effettuare il cosidetto “arricchimento” per aumentare la percentuale degli isotopi 235 dell’Uranio in una data massa dell’elemento.
Nel novembre del 1952 gli Stati Uniti sperimentarono la loro prima bomba H, estremamente più potente e distruttiva. A differenza della bomba atomica, questa è una bomba a fusione, cioè sfrutta la fusione di isotopi dell’Idrogeno per produrre energia, per cui viene anche chiamata bomba all’idrogeno. In ogni caso, la bomba H ha bisogno di una bomba atomica come innesco, per cui, per dotarsi di armi atomiche, un paese ha bisogno innanzitutto di possedere le tecnologie necessarie all’arricchimento dell’Uranio.
Nell’agosto del 1953 anche l’Unione Sovietica sperimentò la sua prima bomba H.
Dopo gli avvenimenti citati, altri paesi cominciarono a dotarsi di armi atomiche: la Gran Bretagna sperimentò la sua prima bomba atomica nel 1952, la Francia nel 1960 e la Cina nel 1964. Questi stessi tre paesi si dotarono della bomba H rispettivamente nel 1957, 1968 e 1967.
Nel 1961, l’U.R.S.S. fece esplodere la più potente bomba H mai realizzata che liberò energia pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4500 volte più potente della bomba lanciata su Hiroshima nel 1945.
Col crollo dell’Unione Sovietica, l’arsenale nucleare dell’ex U.R.S.S. è stato ereditato dalla Federazione Russa (dal 1991).
Nel 1974 fu la volta dell’India ad eseguire il suo primo test nucleare. Attualmente si stima che questo paese sia la terza potenza nucleare mondiale.
Al 1979 risalgono le prime atomiche israeliane, ma questo paese ha sempre ufficialmente negato di possedele.
Nello stesso anno anche il Sud Africa iniziò a dotarsi di armi atomiche, ma questo paese, nel 1991, aderì al trattato di non proliferazione delle armi atomiche ed ha dichiarato di aver smantellato le sue testate.
Nel 1998 ci fù il primo test nucleare del Pakistan ed attualmente questa nazione è dotata di un discreto arsenale nucleare. In proposito c’è da osservare che in Pakistan c’è una forte corrente integralista islamica che, se andasse un giorno al potere, si troverebbe in possesso di queste terribili armi.
Infine dal 2006 è entrata nel “club” delle potenze atomiche anche la Corea del Nord.
Si deve poi considerare che Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia ospitano sul loro territorio testate nucleari U.S.A.
Il prossimo candidato ad entrare nel “club” delle potenze atomiche è l’Iran che ha già in funzione alcuni impianti per l’arricchimento dell’Uranio.
Le prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki forono lanciate sull’obbiettivo da aerei, ma, attualmente, un eventuale conflitto nucleare si basa su di uno scenario più complesso:
1) testate nucleari portate sull’obiettivo da aerei.
2) testate nucleari montate su missili con base a terra. Questi missili possono percorrere anche migliaia di kilometri per raggiungere l’obiettivo prefissato.
3) testate nucleari montate su missili in dotazione di sottomarini. Questi missili verrebbero lanciati in una seconda fase: dopo il primo attacco nucleare e la relativa risposta, i due paesi belligeranti, probabilmente semidistrutti, continuerebbero la querra mediante i lanci dai sommergibili.
Dal 1970 è in vigore il trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) firmato da 189 paesi. Questo trattato proibisce agli stati firmatari che non possiedono armi nucleari di procurarsi tali armamenti e agli stati “nucleari” di fornire loro tecnologie nucleari belliche. Inoltre il trasferimento di tecnologie nucleari per scopi pacifici (ad esempio per la produzione di energia elettrica) deve avvenire sotto il controllo della AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica).
Come già accennato, non è remoto il rischio che armi atomiche finiscano in mano a gruppi integralisti islamici. Sopratutto preoccupa la possibilità che l’Iran giunga alla realizzazione della bomba atomica, considerando che il suo attuale leader Ahmadinejad non nasconde il suo desiderio di eliminare dalle carte geografiche Israele, da lui definito stato sionista, criminale e terrorista.
Come già detto, l’Iran sta già procedendo in numerosi siti all’arricchimento dell’Uranio e già possiede missili in grado di portare testate nucleari su Israele e sull’Europa.
Inoltre l’accertata esistenza di un traffico di contrabbando di Uranio arricchito proveniente dalle repubbliche ex-sovietiche fa temere che questo materiale possa essere utilizzato da gruppi terroristici per realizzare armi atomiche tattiche, cioè di piccola potenza, da utilizzare in eventuali attentati.

Informazioni su giuseppemerlino

Ingegnere Chimico
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