Nell’Agosto del 1971 l’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon decretò la fine della convertibilità in oro del dollaro. Fino a quel momento la cartamoneta rappresentava una certa quantità di oro presente nelle banche centrali di tutti i paesi e le banconote erano “pagabili a vista al portatore”, cioè il “portatore”, in qualsiasi momento, poteva recarsi presso la Banca Centrale del suo paese e ritirare la parte di oro rappresentata dalle sue banconote.
Se uno stato decideva di aumentare la quantità di cartamoneta circolante, doveva aumentare la quantità di oro presente nelle sue riserve.
Ciò determinava una grande stabilità dei cambi: se la banconota di un paese rappresentava 10 milligrammi di oro e quella di un altro paese rappresentava 2 milligrammi di oro, allora la banconota del primo paese valeva 5 volte la banconota del secondo paese.
Tutto questo non esiste più: ora il valore delle banconote di un paese è determinato solo da un vago giudizio globale sulla sua situazione economica ed il valore dei cambi varia ogni giorno seguendo la legge della domanda e dell’offerta.
Ma qual’è la situazione economica dei singoli paesi? La pricipale caratteristica è un enorme debito pubblico in quanto i singoli stati emettono obbligazioni (cioè si indebitano con i cittadini e con le banche) per poter erogare i servizi che danno. In tutte le nazioni del mondo attuale, il solo ricavo della imposizione fiscale è ampiamente insufficiente a questo scopo.
Per fare un esempio, nel 2009, il debito pubblico italiano ammontava a 1760 miliardi di euro e lo stato italiano paga circa 70 miliardi di interessi all’anno ai possessori dei Titoli di Stato. In pratica ogni cittadino italiano (neonati compresi) ha un debito di circa 30 mila euro.
Che succederebbe se una mattina, per caso, il 10 per cento dei possessori di Titoli di Stato decidessero di vendere i propri BTP o CCT ? Lascio al lettore le facili conclusioni.
Non è infrequente il caso di uno Stato che diventi insolvente. Quali sono i provvedimenti che uno Stato prende in tale caso?
1) Il consolidamenento del debito pubblico che consiste nell’allungare i termini di scadenza dei titoli.
2) La ristrutturazione del debito pubblico che consiste nella diminuizione del valore nominale dei titoli. Ad esempio se i miei risparmi sono 100 mila euro di BTP, diventano per decreto 30 mila.
3) La bancarotta: lo Stato non rimborsa più i Titoli emessi.
E’ chiaro poi che, meno credibile è uno stato, più alto è l’interesse che esso è costretto a pagare ai sottoscrittori dei propri Titoli, creando un circolo vizioso di ulteriore indebitamento.
Quali sono dunque le caratteristiche della attuale situazione economica? Praticamente è tutta basata su di una convenzione “cartacea”: vado al ristorante, do dei pezzi di carta e ricevo in cambio un “bene reale”, cioè il cibo. Il Ristoratore, con gli stessi pezzi di carta andrà a comprare altri beni reali.
L’errore e la follia di quest’epoca è invece ritenere che quei pezzi di carta abbiano un valore intrinseco.
Almeno la moneta da 2 euro vale circa 2 centesimi, considerando il valore del metallo che la compone se lo andassi a vendere. La banconota da 500 euro, invece, non ha nessun valore intrinseco.
Il fatto è che la cartamoneta ha solo un valore convenzionale: non è convertibile e se proprio deve rappresentare qualcosa, rappresenta solo un enorme debito.
Altra cosa sono invece i beni reali, come può essere una casa, o meglio ancora, una azienda agricola che produce anche beni alimentari che posso consumare ed eventualmente scambiare.
Bisogna convincersi che il valore convenzionale della cartamoneta potrebbe avere brusche variazioni, come successe nella Germania di Weimar tra le due guerre, quando, per andare a fare la spesa, si usciva con la carriola piena di Marchi e, se qualche banconota volava via, non si aveva neanche la cura di raccoglierla.
Un segnale d’allarme sta nel fatto che già molti stati sono diventati insolventi: Già nel marzo 1981, la Polonia, il cui debito ammontava a 38.000 miliardi di lire, dichiarava di non poter far fronte alle rateazioni previste per il suo debito con l’estero; nell’agosto 1982, il Messico annunciava che non avrebbe più pagato gli interessi sui 112.000 miliardi di cui era debitore; nelle settimane successive, il Brasile si manifestava incapace di mantenere i propri impegni. Poi c’è stata la crisi argentina che sta ancora trattando la ristrutturazione del suo debito (si parla di una riduzione al 25 per cento).
In molti casi, poi, si è dovuto ricorrere, sopratutto per i paesi del terzo modo, all’annullamento del debito.
Recente è il caso di Dubai, il più “ricco” degli Emirati Arabi Uniti, che ha chiesto di spostare di sei mesi le scadenze dei propri titoli.
Ed ora i nodi vengono al pettine anche in Europa dove la Grecia (i suoi titoli sono stati definiti “spazzatura”) è ormai insolvente, se non finanziata dall’Unione Europea e dove Irlanda, Portogallo e Spagna sono sull’orlo dell’insolvenza, per non parlare poi del clamoroso caso Islanda.
C’è poi da notare che il salvataggio dal fallimento delle grandi banche da parte degli stati nazionali, in testa gli U.S.A., hanno causato un vertiginoso aumento del debito pubblico.
C’è un altro grosso problema: la vita media si allunga sempre di più ed il numero dei pensionati mantenuti dagli stati (tra cui anche lo scrivente), aumenta vertiginosamente, costringendo gli stati ad aumentare ulteriormente il loro debito pubblico, se non si provvederà al più presto con l’aumento della età pensionabile.
Inoltre sempre più spesso gli stati sono costretti ad intervenire finanziariamente per sostenere le imprese in difficoltà come fabbriche di automobili che, a causa dell’alto costo del lavoro, perdono centinaia di euro per ogni auto prodotta o aziende che producono beni che non servono a nessuno e che devono spendere enormi cifre in pubblicità per far diventare il prodotto “alla moda” in modo che la gente corra a comprarlo.
Ci poniamo allora questa domanda: la “crisi” sta veramente finendo o è solo stata l’anteprima di un disastro economico mondiale?
VISITATORI TOTALI
- 6.334.192
Libro ed ebook “Introduzione alle dottrine esoteriche” di Giuseppe Merlino
Libro ed Ebook “Gnosticismo, sintesi della Dottrina” di Giuseppe Merlino.:
COOKIES, PRIVACY E GDPR
(Banner nero a piè di pagina) Gli unici dati raccolti da questo Blog sono quelli relativi alle statistiche ed ai contatori visite. Per l’informativa completa o per richiedere la cancellazione dei propri dati cliccare qui:
Se si desidera che questi dati non vengano raccolti, disabilitare i cookies dal browser, oppure uscire dal sito cliccando qui :
COLLEGAMENTI RAPIDI A TUTTI GLI ARTICOLI DEL BLOG
ASTRONOMIA
ASTRONOMIA 2
SCIENZA
RELIGIONI
ESOTERISMO
ESOTERISMO 2
MISTERI
CONTROINFORMAZIONE
FILMATI
TEORIA DEI NUMERI
PAGINA INIZIALE
MISCELLANEA
GNOSTICISMO
CHIMICA
MATEMATICA
FISICA
STORIA
BUDDHISMO
INDUISMO
VULCANISMO E SISMOLOGIA
SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE
BIOLOGIA ED ESOBIOLOGIA
ANIMALI
ECONOMIA
PROFEZIE
ISLAM
FILOSOFIA
ALCHIMIA
CRISTIANESIMO
NAPOLI
SESSUALITA’
LOTTO, PROBABILITA’ E STATISTICA
PROBLEMATICHE SOCIALILICENZA DI PROTEZIONE DEGLI ARTICOLI E DI TUTTO IL BLOG
Progetto Scienza e Conoscenza diGiuseppe Merlino è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.Giuseppe Merlino
CERCA NEL SITO
Pingback: IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO | Giuseppemerlino's Blog
Pingback: LE AGENZIE DI RATING | Giuseppemerlino's Blog