Il principale colpevole dell’innamoramento è la Feniletilamina, un neurotrasmettitore derivato dall’amminoacido Fenilalanina. La Feniletilamina è normalmente presente nel nostro organismo, ma, qualche volta, nella vita di un individuo, supera una certa concentrazione e comincia a causare nel nostro cervello la produzione di Dopamina che provoca nel soggetto euforia, entusiasmo, eccitazione, ma anche perdita dell’appetito.
La Dopamina, a sua volta, favorisce la produzione di Noradrenalina che causa il risveglio del desiderio e dell’eccitazione sessuale.
A questi avvenimenti risponde la ghiandola dell’ipofisi (sita alla base del cervello) che reagisce producendo l’ormone Ossitocina che è il vero “ormone dell’Amore” che causa l’attaccamento alla persona amata. Inizia così una reazione a catena perchè, ad ogni incontro, si ha una rinnovata produzione di Ossitocina.
Purtroppo, in questa fase, si ha anche la produzione di Vasopressina, ormone responsabile di un’aggressività che si manifesta, soprattutto nel maschio, con il controllo e la protezione della femmina in termini di territorialità per evitare che incontri altri maschi.
La durata di questi fenomeni va da 18 mesi fino ad un massimo di 4 anni, dopo di che l’innamoramento cessa.
“Amor che al cor gentile ratto s’apprende”
Pingback: CHIMICA DEI SENTIMENTI | Giuseppemerlino's Blog